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Il figlio dei minatori è diventato ingegnere

Frank si è laureato in ingegneria metallurgica a fine aprile e dopo meno di un mese è stato assunto da una società mineraria. Con la speranza di contribuire a rendere la ricchezza del sottosuolo un'opportunità per tutti.

Laurearsi il 21 aprile e firmare il primo contratto di lavoro il 16 maggio. Corre davvero veloce la vita di Frank Milder Obando Florián, il nostro primo ingegnere metallurgico. “In meno di un mese sono passato dalla mia casa a La Esperanza, a due passi dall’oceano, ad un ufficio a quasi 4.000 metri di altitudine nel cuore delle Ande, a 400 chilometri da Trujillo. È stato davvero un grande salto”.

Frank è stato assunto dalla società sudafricana Gold Fields, una delle più importanti imprese minerarie del mondo, che in Perù gestisce una miniera di oro e rame a Cerro Corona, nella regione di Cajamarca. “Le prime settimane sono state dure. Ho sempre vissuto al livello del mare e non ero per nulla abituato all’aria rarefatta che si respira a queste altitudini. Ma se fisicamente è stata dura, dal punto di vista mentale sto volando sulle ali dell’entusiasmo. È fantastico fare il lavoro per cui ti sei preparato per anni, avere la possibilità di mettere finalmente in pratica tutte le cose imparate sui libri”.

Il lavoro nel settore estrattivo era nel destino di Frank. Tutta la sua famiglia è infatti originaria proprio della Cajamarca, una delle regioni peruviane più ricche dal punto di vista minerario, e molti dei suoi parenti sono stati minatori. “Sono cresciuto ascoltando i loro racconti e sono sempre stato affascinato dal sottosuolo, da ciò che si nasconde sotto la terra su cui camminiamo ogni giorno. Con la laurea che ho conseguito all’Universidad Nacional de Trujillo è un po’ come se avessi chiuso un grande cerchio, facendo fare un passo in avanti a tutta la mia famiglia”.

Il settore minerario gioca un ruolo per l’economia del Perù, tra i primi cinque produttori mondiali di argento, zinco, rame, piombo, oro. L’industria estrattiva da sola produce il 15% del Pil e rappresenta il 48% delle esportazioni. Una ricchezza che attira tanti interessi e appetiti. E che è al centro di tensioni fra le comunità locali e le società minerarie. Secondo lo stesso governo peruviano, su 129 conflitti in corso nel paese su temi socioambientali, ben 83 riguardano progetti estrattivi. “La sfida fondamentale - sottolinea Frank - è proprio questa. Dobbiamo pensare a miniere sostenibili, a livello sia ambientale che sociale. Miniere che non compromettano l’equilibrio dal punto di vista ecologico e i cui proventi abbiano una ricaduta positiva sul benessere delle comunità coinvolte. Non è un’utopia, tutt’altro. La miniera in cui lavoro ne è la dimostrazione. Da dieci anni il suo funzionamento si basa su un tavolo di dialogo tra la proprietà e le 42 comunità che vivono nell’area degli impianti. Oggi la miniera dà lavoro a oltre 400 abitanti della zona e la società investe ogni anno in progetti di grande valore sociale: reti per la distribuzione dell’elettricità e dell’acqua, aule scolastiche, campagne sanitarie. Senza contare che ogni anno i 12 migliori studenti delle scuole secondarie del distretto di Hualgayoc ricevono una borsa di studio integrale per iscriversi all’università. E io so perfettamente che valore possa avere un aiuto del genere”.

“Spero di continuare a crescere a livello professionale - conclude Frank -.  E spero di far parte di una nuova generazione di ingegneri che metta al primo posto la sostenibilità delle attività minerarie. Il nostro lavoro non può limitarsi ad organizzare e gestire le varie fasi del processo estrattivo, altrimenti lo sfruttamento delle risorse sarà fine a sé stesso. Al contrario dobbiamo trasformarlo in un’opportunità per tutti”.

Notizia del 01/09/2017


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