Approfondimenti
Nuova stalla per il CFA di Gouyou
Completati i lavori finanziati dal Cesvitem, che aiuteranno ad introdurre una nuova e più redditizia forma di allevamento. Da Fianga sono arrivati arrivati il racconto e il grazie di don Giulio Zanotto e dei missionari della diocesi di Treviso.
Mi scuso innanzitutto per il ritardo con cui vi scrivo, ma purtroppo qui in Ciad comunicare diventa sempre più difficile. Fino a qualche mese fa potevamo connetterci a internet dalla nostra missione di Fianga attraverso la rete di telefonia mobile. Oggi questo è praticamente impossibile. Ed è diventata difficile anche la connessione via satellite da Pala, il centro della nostra diocesi, che tra l’altro dista da noi 70 chilometri di pista. Insomma, anche in questo ambito a volte l’impressione è di fare un passo in avanti e due indietro.
Fortunatamente le notizie positive non mancano: la stalla del Centro di formazione agricola di Gouyou è quasi finita. Il cantiere di per sé è chiuso: la struttura in muratura di 140 metri quadri, con i box per gli animali, la mangiatoia e una grande tettoia, è ormai completa, così come la fossa per il letamaio. Mancano solo alcuni ritocchi alla recinzione della parte scoperta della struttura e alla recinzione del Centro. Lavori che in questo momento è impossibile eseguire, in quanto siamo in piena stagione delle piogge (che in questa area del Ciad va da maggio a ottobre, ndr) e le strade che portano al CFA sono inagibili.
La recinzione del Centro è una novità rispetto al progetto iniziale, ma la disponibilità residua di fondi ha reso possibile anche questa importante realizzazione, che delimita parzialmente i terreni di proprietà del CFA con uno sviluppo complessivo di quasi seicento metri. Finora chiunque poteva passare liberamente: animali che distruggevano le piante da frutto, contrabbandieri attirati dalla vicinanza con la frontiera con il Camerun (con conseguenti frequenti irruzioni di gendarmi armati), persone dei villaggi vicini che a tutte le ore entravano per pascolare le proprie bestie, cuocere mattoni, prelevare acqua dal pozzo del Centro. Insomma, una situazione caotica che andava in qualche modo regolamentata. La recinzione è stata realizzata con circa 200 pali di cemento, tra i quali sono state stese quattro linee di filo spinato per tenere lontani gli animali. Alcuni dei pali sono stati abbattuti dai motociclisti, che anche di notte sono soliti sfrecciare per le piste della zona a fari spenti: dopo i primi incidenti tutti sapevano che non si poteva più passare per il Centro!
Tornando alla stalla, c’è da dire che nei mesi scorsi sono stati venduti i vecchi animali: i buoi erano diventati un po’ “nervosi” e quindi inadatti all’aratura dei campi, mentre l’unica mucca era diventata sterile e da anni non partoriva vitelli. Non è difficile collegare questa situazione l’allevamento allo stato brado fin qui praticato: in Ciad, come in generale in tutta l’Africa, gli animali vanno al pascolo percorrendo spesso chilometri alla ricerca di cibo, con ovvie conseguenze sulla loro resa. In queste settimane stiamo provvedendo all’acquisto di nuovi capi di bestiame (tra cui alcuni asini), più giovani e soprattutto con più mucche adatte alla riproduzione e alla produzione di latte. Con loro inaugureremo non solo la nuova stalla, ma una nuova modalità di allevamento, più impegnativa ma, sicuramente, più redditizia.
D’altronde un po’ alla volta anche qui l’agricoltura sta cambiando volto, grazie all’arrivo dei primi trattori. Sono ancora pochi e vengono utilizzati solo per arare prima della semina e non per le altre fasi del lavoro, ma sono un primo passo verso la modernizzazione dei metodi di produzione e forse, più in generale, della società.
Un abbraccio e un grazie di cuore ai tanti amici benefattori che hanno avuto tanta, tanta pazienza. Buona estate!
Notizia del 10/07/2012