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Il diritto all'asilo è base della democrazia
Il 20 giugno si celebra la Giornata mondiale del Rifugiato: un'occasione per riflettere sulla condizione di milioni di persone costretti a fuggire dai propri paesi per persecuzioni, torture, violazioni di diritti umani, conflitti.
Dal 2001 il 20 giugno è la Giornata mondiale del Rifugiato, istituita dalle Nazioni Unite per ricordare la condizione di milioni di persone in tutti i continenti costretti a fuggire dai loro paesi e dalle loro case a causa di persecuzioni, torture, violazioni di diritti umani, conflitti.
In occasione della Giornata, Guido Barbera, presidente del coordinamento di associazioni Solidarietà e Cooperazione Cipsi, dichiara: “Il 2011, secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, è stato l'anno dei rifugiati: 4,3 milioni di persone sono state costrette ad abbandonare le proprie aree d'origine, 800 mila delle quali diventando rifugiati. Dietro queste cifre, tanti volti, storie, vite che meritano rispetto e dignità. Dalle tante zone calde di questo ultimo anno, dalla Costa d'Avorio alla Somalia, dalla Libia al Sudan, moltissimi uomini e donne sono costretti a fuggire in condizioni spesso disperate, di frequente privati dei loro diritti fondamentali, come l'accesso a un territorio sicuro e alla protezione sociale e legale. Il rispetto del diritto d'asilo e l'accoglienza sono alla base della democrazia e della civiltà di qualunque popolo". In questo quadro si aggiungono i cosiddetti "rifugiati ambientali", considerati veri e propri "prigionieri" dell'ambiente e costretti a scappare dalle loro terre di origine a causa dei cambiamenti climatici, di eventi meteorologici estremi, alluvioni, uragani, siccità, desertificazione e a causa delle guerre per il controllo delle materie prime, tra cui l'acqua.
In Italia, secondo il Rapporto Unhcr, i rifugiati sono 58mila, una cifra bassa rispetto ad altri paesi dell'Unione Europea. “I diritti dei rifugiati nel nostro paese - prosegue Barbera - sono minacciati dai respingimenti, dalle lungaggini burocratiche, dalle tendenze all'esclusione, dalla negazione dei diritti fondamentali e dall'equazione migrante uguale criminalità. Politiche che rendono difficoltoso l'inserimento regolare dei migranti nella società, generando sacche di razzismo e intolleranza allarmanti".
“In particolare - conclude Barbera - anche quest'anno vogliamo rivolgere un pensiero alle donne della diaspora, che si spostano dai loro paesi di origine per ricongiungersi con la propria famiglia o alla ricerca di una migliore condizione economica e che spesso si trovano ad essere vittime di tratta, discriminazioni e violazioni di ogni genere. Donne che vivono le conseguenze delle migrazioni anche indirettamente, aspettando invano di veder tornare i loro figli morti in mare su imbarcazioni di fortuna, alla ricerca di una vita più dignitosa. Queste donne vivono sulla loro pelle i drammi, le illusioni e le speranze delle migrazioni. Anche per loro, per i loro figli e per le loro famiglie, chiediamo che la politica e le istituzioni internazionali rimuovano le leggi che creano discriminazione. Chiediamo che vengano riconosciute come persone che hanno necessità, sogni da realizzare e una vita da vivere a prescindere dal permesso di soggiorno”.
Per promuovere una società dei diritti e dell'accoglienza, è necessario dare sostegno alla cooperazione internazionale, volano di integrazione e dialogo. Così che ogni individuo abbia la possibilità di costruire una vita dignitosa per sé in ogni parte del pianeta.
Notizia del 20/06/2012