Gruppo di stagisti del CFA di Gouyou
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Il progetto
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Nel 1998 la missione cattolica di Fianga (Ciad sud-occidentale), guidata dai sacerdoti fidei donum della diocesi di Treviso, ha attivato presso il villaggio di Gouyou un Centro di formazione agricola, allo scopo di avviare corsi residenziali di agraria e zootecnia per migliorare la qualità della vita della popolazione locale tramite il raggiungimento dell’autosufficienza alimentare. Il Centro sorge su un terreno di circa 100 ettari e comprende un blocco amministrativo, due aule, un granaio-magazzino, un’area residenziale, servizi igienici, un’infermeria, un pozzo e un serbatoio idrico.
Il Cesvitem, che dal 1998 al 2008 ha collaborato con la missione nella promozione del progetto di sostegno a distanza Badawe, si è impegnato a collaborare al potenziamento del Centro finanziando la costruzione di una stalla per il ricovero dei bovini, una struttura in muratura comprendente un’area coperta (150 mq divisi tra magazzino e ricovero per 15 capi) e un’area scoperta recintata (96 mq) per il pascolo.
Ogni biennio il Centro accoglie una dozzina di giovani coppie della zona, inserendole in un percorso didattico basato sul principio dell’apprendere lavorando. Il programma prevede infatti sia corsi teorici che l’impegno diretto in attività agricole e zootecniche, attraverso la cura degli animali in dotazione al Centro e la coltivazione di un orto comunitario e di una parcella di terreno individuale. La produzione dell’orto comunitario e gli animali allevati restano di proprietà del Centro, garantendo attraverso la loro vendita la sostenibilità della struttura. Gli stagisti possono invece tenere per sé i prodotti della loro parcella e, in cambio del lavoro comunitario, ricevono una piccola indennità mensile. Inoltre, alla fine del loro percorso formativo, ricevono un bonus di 15.000 franchi ciadiani (circa 22,50 euro) per poter aprire un conto in banca e accedere in tal modo a servizi di credito. L’obiettivo è che le coppie formate facciano da volano per il rafforzamento delle attività produttive locali, fungendo da “promotori di sviluppo” all’interno delle loro comunità: una volta tornate ai rispettivi villaggi vengono infatti monitorate e supportate per un ulteriore anno, a livello sia personale che di associazioni di contadini che abbiano eventualmente contribuito a costituire.