Approfondimenti
Tutti a tavola con "Indovina chi viene a cena"
Si č conclusa con un pranzo comunitario la prima annualitą del progetto promosso a Mirano con la collaborazione del Cesvitem: trentasei cene solidali in cui altrettante famiglie hanno aggiunto un posto a tavola per uno dei profughi o richiedenti asilo ospiti in cittą.
Non poteva che concludersi a tavola la prima annualità del progetto “Indovina chi viene a cena”. Il 30 settembre un pranzo comunitario tra le famiglie e i migranti coinvolti ha sancito ancora una volta il successo dell’iniziativa promossa a Mirano da Cesvitem, Fondazione Cav. Guido Gini e la cooperativa sociale Il Villaggio Globale, che tra gennaio e aprile ha portato all’organizzazione di 36 cene solidali, con altrettante famiglie che hanno aggiunto un posto a tavola per ospitare uno dei profughi o richiedenti asilo ospiti in città.
ll progetto era nato dall’idea di una famiglia miranese, collegata con la realtà del Villaggio Solidale gestito dalla Fondazione Gini per esperienze di volontariato. Una volta alla settimana, per un anno intero, Carlo, Giorgia e i loro due figli hanno accolto a cena un giovane richiedente asilo senegalese, ospite presso lo stesso Villaggio Solidale, condividendone le speranze e arricchendosi vicendevolmente. Perché allora non provare a moltiplicare questa esperienza, invitando le famiglie di Mirano ad aprire le porte di casa per una sera e ad accogliere a cena uno dei rifugiati o richiedenti asilo ospitati in città? Detto fatto, i risultati sono andati oltre le più rosee aspettative. La prospettiva iniziale era di organizzare una quindicina di cene, alla fine le adesioni sono state più del doppio.
Ma, al di là dei numeri, i messaggi lasciati dalle famiglie ospitanti dopo l’esperienza sono la miglior cartina tornasole della riuscita dell’iniziativa. Per tutti, dopo i comprensibili timori iniziali, si è trattato di un’esperienza emozionante e ricca di significati. Pranzi e cene in cui gli sguardi e i sorrisi sono arrivati dove non potevano le parole, aprendo finestre su mondi e situazioni spesso sconosciute. “Un momento semplice e quotidiano come il ritrovarsi attorno alla stessa tavola - sottolineano gli organizzatori - è diventato un’occasione per abbattere muri, vincere paure e superare pregiudizi. Nella condivisione di un pasto è stato possibile scambiare esperienze, ascoltare le storie di questi ragazzi, conoscere le motivazioni e il percorso che li hanno portati nel nostro paese”. Grazie anche all’impegno dei mediatori-volontari presenti ad ogni cena, Amidou, Godspower, Baillo, Ahmed, Abdikani, Sohel e tutti gli altri ragazzi coinvolti hanno fatto toccare con mano come uno spazio di incontro sia sempre possibile, anche in un momento storico in cui i muri sembrano prendere il sopravvento sui ponti.
“Un grazie particolare - conclude il presidente del Cesvitem Simone Naletto - va a Carlo e Giorgia, dalla cui esperienza di accoglienza in famiglia è nato il progetto. È grazie a loro che l’iniziativa ha mosso i primi passi. Ed è grazie al loro grande impegno, anche dal punto di vista pratico, che sono state organizzate le cene. Come ha scritto una delle famiglie ospitanti nel suo saluto, sapere che ci sono queste “solide gocce” nel mare di Mirano e dell’Italia, ci rende più ottimisti, ci fa sperare davvero nella possibilità di costruire un futuro migliore per i figli di tutti. L’auspicio ora è che il progetto possa continuare a contagiare positivamente le nostre comunità per renderle più consapevoli, responsabili e attive”.
Notizia del 01/10/2018