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Il diritto all'istruzione passa per la tavola
230 mila chilogrammi di alimenti distribuiti e 5.045 beneficiari: il progetto di emergenza realizzato da Cesvitem ed Esmabama in Mozambico nella seconda metà del 2016 ha permesso di superare la fase più difficile della crisi alimentare causata dalla siccità. E di salvaguardare la rete scolastica sostenuta dal nostro partner nel sud della provincia di Sofala.
Quasi 230 mila chilogrammi di alimenti acquistati. Oltre 455 mila pasti serviti. 2.853 kit alimentari distribuiti. E, soprattutto, 5.045 beneficiari. I numeri non dicono mai tutto, ma in questo caso sono il migliore riassunto dello sforzo fatto da Cesvitem ed Esmabama nella seconda parte del 2016 per contrastare la terribile crisi alimentare che ha colpito gran parte dell’Africa orientale e, in particolare, le province centro-meridionali del Mozambico. Un’intervento-ponte finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo che ha permesso di superare il momento più difficile della crisi e di contenere il dramma dell’abbandono scolastico. I principali beneficiari, infatti, sono stati gli studenti della rete scolastica sostenuta da Esambama nei tre distretti meridionali della provincia di Sofala (Buzi, Machanga e Chibabava). “Nei primi due trimestri dell’anno scolastico 2016 - spiega da Beira Fabrizio Graglia, direttore di Esmabama - avevamo perso 573 alunni solo nelle scuole primarie delle quattro missioni che coordiniamo. Un fatto purtroppo normale nei periodi di siccità estrema: i bambini vengono tenuti a casa per aiutare in qualche modo le loro famiglie. C’è chi viene mandato a pescare nei fiumi, chi a vendere legna ai bordi della strada. E anche quando la crisi passa il ritorno a scuola non è sempre automatico”.
Da queste esigenze è nato il progetto poi finanziato dalla sede di Maputo dell’AICS. Inizialmente il progetto puntava principalmente al sostegno dei convitti scolastici gestiti da Esmabama nelle missioni di Estaquinha, Mangunde, Barada e Machanga: una rete che garantisce vitto e alloggio a ben 1.609 studenti, in massima parte delle scuole secondarie, e la cui gestione economica rischiava il collasso a causa dell’impennata dei prezzi dei beni alimentari. “C’erano poi altri due target a cui tenevamo molto: 40 studentesse provenienti da famiglie particolarmente povere e i 66 studenti disabili che ospitiamo nei nostri convitti. In caso di emergenza, ragazze e disabili sono i primi a venire ritirati dalle scuole, in quanto nell’ottica delle famiglie l’investimento nella loro istruzione diventa una spesa superflua”.
Grazie a questo sforzo, i convitti hanno continuato a funzionare regolarmente fino a fine anno scolastico. “Dal 28 agosto al 18 novembre, ultimo giorno di scuola, abbiamo servito 400.641 pasti. E altri 55.188 ne abbiamo distribuiti dal 19 novembre al 18 dicembre ai 657 studenti che sono rimasti nei convitti in quanto impegnati negli esami di fine anno”. Tutti i convittori, inoltre, hanno ricevuto un kit di alimenti per coprire le loro necessità una volta tornati in famiglia, in modo da incentivare ulteriormente il loro ritorno a scuola per il nuovo anno scolastico. Similmente, kit alimentari sono stati distribuiti anche alle 40 studentesse selezionate e ai 66 studenti disabili. “In questo caso abbiamo consegnato alimenti sufficienti per quattro mesi per tutti i componenti dei nuclei famigliari, per un totale di 729 beneficiari”. Se l’intento era quello di sensibilizzare le famiglie sulla “convenienza” della frequenza scolastica dei rispettivi figli, il risultato è raggiunto in pieno: per questo specifico target di beneficiari, il tasso di abbandono è stato azzerato.
Ma c’è di più: il cambio favorevole e la continua ricerca da parte di Esmabama di fornitori con i prezzi più bassi hanno permesso di allargare la platea dei beneficiari a 2.707 alunni delle scuole primarie, inizialmente non previsti nel progetto. “A tutti - spiega Fabrizio - siamo riusciti a distribuire un pacco con 24 chilogrammi di alimenti, sufficienti a coprire il fabbisogno alimentare di uno studente per 90 giorni. Un investimento importante, di cui contiamo di cogliere i frutti in occasione delle iscrizioni per il nuovo anno scolastico, aperte proprio in queste settimane”.
Ora in Mozambico è tornata la pioggia. Dopo una terribile siccità durata un’anno e mezzo, la stagione delle piogge iniziata a fine novembre ha ridato spazio alla speranza: nel sud della provincia di Sofala le precipitazioni sono pressoché quotidiane e le previsioni per il prossimo raccolto sono finalmente buone. “In realtà - conclude Fabrizio - i prezzi degli alimenti rimangono ancora molto alti: torneranno a livelli più abbordabili solo quando il raccolto di marzo-aprile sarà immesso sui mercati. Ma tutti qui, dalle autorità ai piccoli contadini, hanno recuperato un filo di fiducia. E il contributo del nostro intervento d’emergenza è stato sicuramente fondamentale per riuscire a superare il momento peggiore”.
Notizia del 23/01/2017