Foto di Unfpa Perù da flickr.com
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L'ennesima faccia del machismo
In Perù il 13% delle ragazze diventa madre tra i 15 e i 19 anni. Un fenomeno che riguarda soprattutto le fasce più povere e meno istruite della popolazione.
L’ennesima faccia del machismo: ecco cosa sono le gravidanze precoci in Perù. Non può che essere questa la prima chiave di lettura in un paese dove lo stipendio medio di una donna è pari al 67% di quello di un uomo. Dove l’80% degli analfabeti è donna. Dove il 39% delle donne ha subito violenza fisica o sessuale dal proprio partner. E non a caso. Perché se è vero che il 13% delle ragazze diventa madre tra i 15 e 19 anni, solo l’1% dei maschi diventa padre nella stessa fascia d’età, segno evidente della vulnerabilità femminile.
“È l’esempio più evidente - commenta da Trujillo il rappresentante del Cesvitem Attilio Salviato - della difficoltà di instaurare un dialogo educante tra generazioni. Lo dico per esperienza non solo professionale, ma anche personale: ho una figlia di 14 anni, una cognata di 16, una nipote di 18, e vedo quanto difficile sia per loro orientarsi in una realtà priva di punti di riferimento, in una società che a livello privato è basata sul culto di sé stessi e a livello pubblico non riesce a fornire servizi e interventi a favore dei più giovani”.
L’anno scorso si è accesa una forte polemica quando il Tribunale Costituzionale ha depenalizzato i rapporti sessuali con minori di età compresa tra i 14 e i 18 anni, punendo solo i casi di violenza e non più i rapporti consenzienti. In molti hanno visto in questa norma una legalizzazione della pedofilia, dalla parte opposta c’è chi ha sottolineato una maggior tutela dei diritti e della libertà dei minori. “È stato un dibattito fortemente ideologizzato. Alla fine i più maturi sono stati proprio i migliaia di giovani che in tutto il paese, tramite decine di associazioni, hanno avviato il dibattito per la modifica della norma, facendone emergere gli aspetti negativi in termini di educazione sessuale e di protezione della salute materna. La legge abrogata si limitava a proibire, fingendo di ignorare la giovane età a cui i ragazzi arrivano comunque alle prime esperienze sessuali. Un nascondere la testa sotto la sabbia dalle molteplici conseguenze negative. Le attività di educazione sessuale non potevano di fatto esistere, dal momento che, teoricamente, gli adolescenti non potevano per legge essere sessualmente attivi. E le ragazze che si ritrovavano incinta non si rivolgevano a strutture sanitarie, per evitare problemi ai loro genitori o ai padri dei bambini, che rischiavano condanne pesantissime. Col risultato, in pratica, di legittimare il fenomeno delle madres solteras, le ragazze madri, vera e propria piaga della condizione femminile in Perù”.
Bisogna partire dall'istruzione, dando a tutte gli adolescenti, in particolare alle ragazze, la possibilità di maturare come persone e di sfruttare a pieno le proprie potenzialità, superando ogni ideologia. Perchè, come ricorda Attilio, “le gravidanze precoci riguardano il 26% delle adolescenti nelle fasce più povere e meno istruite della popolazione, solo il 3% nelle fasce più ricche. Se non teniamo bene a mente questo dato non risolveremo mail problema”.
Notizia del 20/03/2014