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Aiutiamo gli immigrati a casa loro. Solo uno slogan?

Aiutiamo gli immigrati a casa loro: solo uno slogan?

Anche l'ultima crisi umanitaria nel nord Africa, con l'aumento dei flussi migratori, è stato accompagnato dal solito ritornello. Ma è un proposito davvero attuato? Il commento di Guido Barbera (Cipsi)

Aiutiamoli a casa loro. Non c’è crisi umanitaria in Africa, accompagnata da un aumento del flussi migratori verso l’Italia, in cui prima o poi non sia risuonato questo ritornello. Un nobilissimo proposito che troppo spesso si trasforma in un vuoto slogan. L’ultimo in ordine di tempo a rispolverare l’adagio è stato il ministro all’Economia Giulio Tremonti.

“Siamo stanchi - afferma il presidente del Cipsi Guido Barbera - delle promesse di Pinocchio. Dei discorsi “elettorali” della politica mediatica e dell’interesse. La gente ama sentir dire che gli immigrati devono essere aiutati a casa loro. È anche la cosa più giusta, ma la verità è che l’Italia non ha e non vuole una politica per aiutare gli immigrati a casa loro. Non vuole una politica di cooperazione internazionale né investire nella cooperazione, se non in quella delle amicizie e degli accordi commerciali. Le dichiarazioni trionfanti del G8 dell’Aquila, gli impegni assunti in sedi internazionali erano, sono e rimarranno, semplicemente chiacchiere”.

Nel 2011 l’aiuto dell’Unione europea subirà una contrazione in termini assoluti rispetto al 2010. L’aumento significativo dell’aiuto pubblico allo sviluppo di alcuni Stati membri dell’UE non sarà infatti sufficiente a compensare i tagli ai budget della cooperazione della maggior parte degli altri Stati membri. In Italia a fine 2010, il budget della cooperazione al ministero degli Affari Esteri è stato ridotto del 45%, portando per il 2011 il rapporto tra aiuto allo sviluppo e Pil attorno allo 0,13%. Successivamente, con la legge di stabilità 2011, è stato disposto un ulteriore taglio per oltre 17 milioni di euro. Per quanto riguarda il capitolo di spesa che riguarda le Organizzazioni non governative, che lo stesso Tremonti cita quale strada privilegiata e certa per un intervento utile e valido, l’ulteriore taglio riduce i fondi disponibili per il 2011 da 33,2 a 29,8 milioni. Senza contare esperienze come il 5 x mille, che devono ogni anno subire il calvario di un’approvazione sempre più ostacolata proprio dal ministero dell’Economia.

“Da parte nostra - conclude Barbera - continueremo a mantenere alto il nome dell’Italia attraverso la solidarietà popolare e chiediamo a tutti gli italiani di ritornare alla vera politica e ai veri politici. Alle popolazioni che vivono nella miseria o in aree di conflitto, invece delle bombe serve politica. Invece della propaganda, pluralismo. Invece della dittatura, democrazia. Invece dell’indifferenza, partecipazione. Invece dei respingimenti, solidarietà. Invece del petrolio, energie rinnovabili. Queste sono le strade per costruire civiltà e sicurezza. Questi devono essere gli strumenti della politica. Nessun popolo che vive nell’ingiustizia, nella miseria, nella violazione dei diritti e della personale dignità, potrà mai essere domato e controllato. Da nessun potere e da nessun esercito! Se non dalla civiltà”.

Notizia del 27/04/2011


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