Un manifesto della campagna referendaria
Giornata mondiale dell'Acqua, una sfida per il futuro
Barbera (Cipsi): siamo sull'orlo di una crisi idrica senza precedenti, difendiamo l'acqua come bene comune e diritto di tutti. A partire dai referendum
“La vita di tutti noi inizia nell’acqua, trascorre nell’acqua e con l’acqua. La vita non esiste senza acqua. L’acqua è il bene comune più prezioso, un diritto di tutta l’umanità. L’acqua appartiene a tutti e non può essere ridotta a una merce. Nessuno può assumerne la proprietà. Appartiene all’umanità intera, ad ognuno di noi". Inizia così la dichiarazione di Guido Barbera, presidente di Solidarietà e Cooperazione Cipsi (coordinamento di 48 associazioni di solidarietà e cooperazione internazionale, tra cui il Cesvitem) in occasione della Giornata mondiale dell’Acqua 2011, celebrata come ogni anno il 22 marzo.
“Nel mondo - prosegue Barbera - 884 milioni di persone non hanno accesso all’acqua sicura, 1,6 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua potabile, 2,6 miliardi di persone vivono senza servizi igienico-sanitari. Ogni 17 secondi un bambino muore per problemi e malattie connesse alla mancanza d'acqua. Anche in Italia ci sono zone dove l’acqua è razionata per tutto l’anno. L’acqua è tanto preziosa da meritarsi l’appellativo di “oro blu” sui mercati finanziari, generare conflitti, influenzare migrazioni. Ma soprattutto, determinare il futuro dell’umanità. Eppure, il 12% della popolazione mondiale usa e spreca l’85% del bene più prezioso del pianeta. Siamo sull’orlo di una crisi idrica di dimensioni enormi”. Una realtà dai numeri inaccettabili, come testimonia il dossier statistico elaborato dal Cipsi consultabile e scaricabile nel box Approfondimenti.
Barbera conclude con un riferimento ai prossimi referendum sull’acqua: “Da anni ci battiamo per una gestione dell'acqua che sia pubblica, partecipata e democratica. Questo è il nostro contributo per portare a votare 25 milioni di cittadini ai referendum, e vincerlo con una maggioranza di “sì” all’abrogazione delle norme legislative che favoriscono la privatizzazione dell’acqua”. Una speranza, sottolinea il presidente del Cipsi, che si basa su due pilastri: “Da un lato l’indignazione-rabbia, verso una politica venduta agli interessi e ai poteri economici che vogliono arricchirsi su un bene vitale e indispensabile come l’acqua. Dall’altro lato il coraggio di tanti cittadini, stanchi di questi soprusi, che chiedono una politica rispettosa dei beni comuni e dei diritti. Dobbiamo garantire l’accesso all’acqua buona a tutti i cittadini del mondo: una sfida che non può essere persa se vogliamo avere ancora un futuro per tutti e non solo per chi ha il denaro per comperarlo".
Notizia del 22/03/2011