Studenti di una scuola secondaria kenyana
Il contesto
Da gennaio 2008 il governo del Kenya ha lanciato il Free Secondary Education Programme, un programma per incentivare l’accesso degli studenti alle scuole secondarie, garantendo la copertura delle tasse scolastiche e riducendo di conseguenza i costi a carico delle famiglie.
Il Kenya si conferma così come uno dei paesi africani più attenti alla promozione dell’istruzione. Già nel 2003 era stato lanciato un analogo programma per l’istruzione primaria gratuita (Free Primary Education Programme), che nel giro di pochi anni ha portato il numero degli iscritti da 5,9 a 8 milioni. Attualmente il paese investe il 28% della propria spesa pubblica nell’istruzione, per cercare di spezzare la spirale analfabetismo-disoccupazione-povertà. Il tasso di disoccupazione raggiunge il 40% ed è un fenomeno essenzialmente giovanile: il 67% dei disoccupati ha tra 15 e 30 anni e di questi il 92% non ha nessuna formazione.
Questi sforzi si scontrano con la scarsità di infrastrutture scolastiche di qualità. Gli istituti esistenti, dopo l’avvio della riforma, sono stati presi d’assalto, con un notevole aumento del numero di allievi per classe a scapito però della qualità dell’insegnamento. I disagi maggiori sono stati registrati nelle zone rurali, dove la mancanza di una rete capillare di scuole costringe molti studenti a vivere in collegi lontani dai propri villaggi. Ma le spese di trasporto e di vitto e alloggio presso le cosiddette boarding schools sono al di fuori della portata della maggior parte delle famiglie.
Le scuole esistenti non sono quindi in grado di soddisfare la crescente richiesta di scolarità, ostacolando l’efficacia della riforma governativa dell’istruzione gratuita per tutti. Da qui la necessità di ampliare le scuole esistenti o costruirne di nuove per offrire ai sempre più numerosi studenti il diritto di accedervi, beneficiando dei sussidi previsti dai Free Education Programmes.