I magazzini di Estaquinha colmi di pannocchie
Progetto Esmabama, il primo raccolto è realtà
A Estaquinha, nel cuore del Mozambico, comincia a dare frutti il progetto di potenziamento agricolo promosso dal Cesvitem: raccolti oltre 67 mila chilogrammi di mais. E nei prossimi mesi l'obiettivo è fare ancora meglio.
A Estaquinha, nel cuore del Mozambico, i magazzini della missione sono finalmente tornati a riempirsi. Dopo la lunghissima siccità che ha bruciato i campi tra il 2015 e il 2016, il ciclo produttivo avviata a novembre con l’inizio della stagione delle piogge si è concluso nelle scorse settimane con il raccolto di 67.500 chilogrammi di mais. È il primo risultato tangibile del progetto di sviluppo agricolo che Cesvitem e l’ong mozambicana Esmabama stanno realizzando in quattro località della provincia di Sofala con il cofinanziamento della Cooperazione Italiana. Un risultato positivo che, nei prossimi mesi, non potrà che migliorare ulteriormente.
“Nella prima annualità del progetto - sottolinea il presidente del Cesvitem Simone Naletto - ci siamo concentrati sul potenziamento della maiscoltura nella missione di Estaquinha. L’idea è di rendere autosufficiente, in particolar modo dal punto di vista alimentare, la rete di servizi scolastici e sanitari che Esmabama coordina a Estaquinha e altri tre missioni del sud della provincia di Sofala. Il risultato di questo primo ciclo produttivo ci fanno ben sperare, in quanto è stato ottenuto sfruttando solo in parte il potenziale messo a disposizione dal progetto”. Nel corso del 2016, infatti, le attività hanno riguardato in particolare la costruzione di un nuovo sistema di irrigazione e il rafforzamento del parco di macchine agricole a disposizione di Esmabama. A novembre, quando è iniziata una stagione delle piogge che si preannunciava finalmente buona, queste attività erano ancora in fase di completamento, ma si è comunque optato per avviare un ciclo produttivo sfruttando le precipitazioni. “Abbiamo utilizzato il protocollo produttivo messo appunto durante i mesi precedenti, quando erano stati coltivati a titolo sperimentale 28 lotti di terreno da 60 metri quadri l’uno. Attraverso queste prove colturali siamo arrivati a selezionare le varietà di mais più redditizie nelle condizioni locali, le distanze interlinea e interpianta da rispettare durante la semina e il tipo di fertilizzazione da applicare”.
Così, a novembre, si è proceduto alla semina, utilizzando quattro diverse varietà di mais. In tutto sono stati coltivati poco più di 22 ettari di terreno, lasciando incolte le aree che, viste le forti piogge previste e la conformazione del terreno, rischiavano di restare allagate. I risultati sono stati estremamente incoraggianti. “La resa media è stata di 3,1 tonnellate per ettaro, con punte di 4,2 per una delle varietà coltivate. Valori nettamente superiori sia al miglior risultato registrato ad Estaquinha nell’ultimo quinquennio, poco più di una tonnellata per ettaro nel 2013, sia alle medie registrate su scala nazionale in Mozambico, pari a circa 1,5 tonnellate per ettaro”.
C’è ancora molto lavoro da fare per arrivare all’obiettivo progettuale di 5 tonnellate per ettaro, ma le premesse sono sicuramente ottime. Anche perché, nei prossimi cicli colturali, entreranno in funzione sia l’impianto di irrigazione che i nuovi macchinari, il cui montaggio è stato completato negli ultimi mesi. Senza contare che sarà completato il canale di scolo che, prevenendo gli allagamenti, porterà l’estensione dei terreni coltivabili a 65 ettari. “Ma la vera rivoluzione - conclude Naletto - sarà la possibilità di coltivare indipendentemente dalla stagione delle piogge: il meteo non sarà più una variabile in grado di influenzare la sicurezza alimentare nelle missioni”.
Notizia del 07/06/2017