Jean Carlos e la sua bici senza copertoni
Approfondimenti
Voglio una bicicletta… e da grande farò il meccanico!
Jean Carlos è il testimone del Progetto Pininos per “Tutti dentro”, una delle nuove formule di adesione ai nostri progetti Sad. La famiglia, la scuola, i passatempi, i sogni: nelle sue parole uno spaccato della vita quotidiana nelle periferie di Trujillo.
Cominciamo da questo mese la pubblicazione delle storie dei testimoni di “Tutti dentro”, una delle nuove formule di adesione ai progetti di sostegno a distanza promossi dal Cesvitem. Piccole storie, piccoli spaccati di vita quotidiana per comprendere ancora meglio le realtà del Sud del mondo in cui operiamo. Iniziamo da Jean Carlos, testimone del Progetto Pininos.
Mi chiamo Jean Carlos. Sono nato e abito a Trujillo, una città nel nord del Perù. Vivo nel distretto di Moche con la mia famiglia: mio papà José Antonio, mia mamma Juana Raquel e le mie due sorelle più grandi Joisy Nathaly e Maria José, che fanno già parte tutte e due dei progetti di sostegno a distanza del Cesvitem.
Quest’anno sono iscritto alla quarta classe alla scuola primaria “José Garrido”: non è lontana da casa mia e tutte le mattine, dal lunedì al venerdì, vado a lezione a piedi. Mi piace andare a scuola e i miei voti sono abbastanza buoni: non sono mai stato bocciato e la mia materia preferita è la matematica.
La mia è una famiglia molto povera. Sia mio papà che mia mamma lavorano. Mio papà fa l’aiutante nella fabbricazione di mattoni. Mia mamma vende dolciumi in un chiosco vicino alla mia scuola e, nel pomeriggio, lavora come domestica a ore. Nonostante ciò, il reddito mensile della mia famiglia è di soli 800 soles, circa 240 euro. Mio papà lavora vicino a casa e spesso gli do una mano. Al pomeriggio lo aiuto a trasportare la sabbia che serve per fare i mattoni, mentre nel fine settimana togliamo i mattoni cotti dal forno.
Il problema principale per noi è la casa. Quella in cui abitiamo è di proprietà della mia nonna materna. I fratelli di mia mamma vorrebbero che la nonna vendesse sia la casa che il terreno per avere la loro parte di eredità. Ma in questo modo noi ci troveremmo senza un tetto. Non abbiamo i soldi per riscattare la casa in cui viviamo, e non avremmo i soldi per prenderne in affitto un’altra. In ogni caso la nostra casa è molto umile: è costruita interamente in mattoni crudi di argilla e paglia, con il tetto di canne e il pavimento in terra battuta. Ha l’elettricità e l’acqua potabile, ma non la fognatura. Ha solo due stanze: una sala con la cucina e una camera dove dormiamo tutti e cinque.
Quando ho un po’ di tempo libero, mi piace giocare con le trottole e le biglie, oppure fare un giro con la mia bicicletta. Ma la mia vera passione sono gli animali: mio papà mi ha regalato delle anatre e mi ha affidato i galli da combattimento che lui stesso allevava fino a poco tempo fa. Mi piace davvero molto prendermi cura di loro, portar loro da mangiare, controllare che crescano bene.
Ho due sogni, uno per il presente e uno per il futuro. Per il presente vorrei una bicicletta nuova, visto che la mia ha le ruote senza copertoni. Per il futuro, invece, vorrei fare il meccanico. Mi piace smontare i giocattoli, vedere gli ingranaggi e come funzionano, e poi rimontarli come prima: da grande mi piacerebbe fare la stessa cosa con i motori veri e propri. L’importante è che sia un buon posto di lavoro, così potrò aiutare la mia famiglia e potremo costruire una casa nuova e più grande, in cui ognuno abbia la sua camera.
Notizia del 19/11/2012