Approfondimenti
Salvadanai solidali, una montagna di monetine
Silvia, volontaria del Cesvitem, racconta il suo impegno tra negozi e solidarietà. In tre anni, gestendo una decina di salvadanai, ha già raccolto oltre 900 euro. Un’esperienza semplice, gratificante… e remunerativa!
La quota annuale di un sostegno a distanza versata in moneta. 240 euro in una montagna di monetine, anche da 1 o 2 centesimi. Non è la trovata di un nostro sostenitore un po’ eccentrico. È il risultato dell’impegno di Silvia, una delle volontarie Cesvitem, da circa tre anni impegnata nel progetto “Salvadanai solidali”. Gestendo una decina di salvadanai in altrettanti negozi, dal 2010 ad oggi ha già raccolto oltre 900 euro, con una media annuale che permetterebbe appunto la copertura di un sostegno a distanza. Minimo sforzo, massimo risultato e tanta, tantissima soddisfazione.
“Alcuni anni fa - racconta Silvia -, con tre compagne di scuola abbiamo iniziato a sostenere a distanza un bambino: da allora sono sempre rimasta in contatto con le iniziative dell’associazione”. Ma ad un certo punto è nato il bisogno di fare il salto da “semplice” sostenitrice a volontaria. “Volevo usare il mio tempo invece di sprecarlo. Capita prima o poi di domandarsi quale sia il senso del lavoro che occupa la maggior parte della nostra giornata, anche se ci piace, anche se non possiamo farne a meno. Ho capito che, almeno nel mio tempo libero, avrei voluto spendermi per qualcosa di gratuito e spontaneo”. Così ha bussato alla porta del Cesvitem, ricevendo la proposta di impegnarsi nel Progetto Salvadanai. “Sono una persona estroversa, ma sul momento ho pensato che mi sarebbe stato difficile entrare in un negozio, presentarmi e parlare del Cesvitem. Ma i miei buoni propositi non potevano venire vanificati da questi timori. Anche perché credo che il senso di ogni attività di volontariato sia proprio questo, smuoversi dalla nostra comoda poltrona per uscire da se stessi, disgregando le nostre resistenze”.
E così, ricevuti i salvadanai e il materiale informativo dal Cesvitem, Silvia si è buttata nella fase pratica. “Ho cercato di portare i salvadanai in negozi molto frequentati e dove, per il tipo di merce venduta, i clienti si ritrovano spesso a maneggiare moneta: panifici, edicole, tabaccherie, pasticcerie, bar”. L’accoglienza da parte dei negozianti è stata in generale buona, confermando così l’infondatezza dei primi timori. “Sono abituati ad avere a che fare con gente di qualsiasi tipo e non hanno avuto nessun problema ad ascoltarmi. È importante assicurarli che a loro non è richiesto nessuno sforzo e che se vogliono possono ritirarsi in qualsiasi momento. In realtà, quando si rendono conto della serietà dell’iniziativa, cominciano loro stessi a sentirsi parte del progetto: mi chiedono aggiornamenti, si inorgogliscono del ricavato del “loro” salvadanaio, invitano in prima persona i loro clienti a lasciare le monetine del resto”.
Dopo qualche settimana dalla distribuzione, arriva il momento della raccolta. “È indescrivibile la sensazione che si ha quando si va a ritirare un salvadanaio bello pesante! Intendo proprio la sensazione fisica di pesantezza del contenitore: è come tenere in mano un mattone, una piccola pila di libri, una ciotola di cibo. È bellissimo. Ed è bellissimo pensare a tutte le persone che fanno la loro piccola offerta: un panettiere mi ha detto che alcuni clienti lasciano il resto del pane ogni giorno”.
L’impegno richiesto, in termini di tempo, è molto meno di quello che può sembrare. “All’inizio facevo il giro dei negozi una volta al mese, per creare fiducia nei negozianti. Oggi mi basta mezza giornata ogni due mesi: un impatto minimo sulla mia quotidianità, anche perché posso organizzarmi in totale autonomia. Se qualcuno cerca un senso per il proprio tempo, è un’attività ottima: è di una facilità estrema, ma permette di creare una concreta rete di solidarietà con il Sud del mondo”. Chi volesse seguire l’esempio di Silvia non deve far altro che contattare la segreteria del Cesvitem: riceverà direttamente a casa tutto il materiale per avviare la raccolta. Sono solo monetine, ma valgono tantissimo.
Notizia del 19/11/2012