Scheda Paese: Tanzania

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Mappa della Tanzania

Approfondimenti

Dal sogno di Nyerere ad un presente di disuguaglianza

Colonia tedesca dal 1880 al 1919, dopo la prima guerra mondiale la Tanganika passò sotto il controllo della Gran Bretagna. Ottenuta l'indipendenza nel 1961 sotto la guida carismatica di Julius Nyerere, nel 1963 si unì a Zanzibar, dando origine alla moderna Tanzania. Fu proprio Nyerere, presidente fino al 1985, ad avviare fin dagli anni Sessanta una profonda riforma della società e dell’economia basata sulla cosiddetta “ujamaa” (“famiglia estesa” in swahili). Tale ideologia, conosciuta anche come “socialismo africano”, aveva tra i suoi principi cardine il monopartitismo, l'uguaglianza sociale, economica e politica, l’autosufficienza economica e culturale, l’istruzione gratuita e obbligatoria.

Il disegno ideale di Nyerere si scontrò con il passare del tempo con alcune contraddizioni interne di questo sistema di gestione politico-economica, nonché con pesanti fattori esterni. Alla crisi petrolifera degli anni ’70 e al crollo del prezzo di esportazione di alcuni beni (caffè e canapa su tutti), si aggiunsero infatti le pressioni di Banca mondiale e Fondo monetario internazionale, che imposero l’introduzione di politiche liberista in cambio di aiuti. L’uscita di scena di Nyerere coincise con l’acuirsi di diversi fattori di tensione, dalle spinte indipendentiste di Zanzibar alle ondate di profughi in fuga dalla guerra nel vicino Ruanda, culminati nel 1998 con il sanguinoso attento di Al Qaida all’ambasciata americana di Dar es Salaam.

Oggi la Tanzania è un paese pacifico e politicamente stabile, dotato di enormi ricchezze naturali e in una posizione geografica favorevole per l’accesso ai mercati internazionali. Negli ultimi cinque anni il Pil è cresciuto in media del 7% all’anno e si prevede che questo andamento si confermerà anche nel prossimo decennio. Nonostante ciò il paese è solo al 151° posto nella classifica dell’Indice di sviluppo umano. Pur essendo coltivabile solo il 4% del territorio, il settore agricolo rappresenta quasi la metà del Pil e assorbe l’80% della forza lavoro, sovrastando in questo senso altri settori dinamici e potenzialmente trainanti come l'industria mineraria e il turismo.

Come nel caso di altri paesi sub-sahariani, dunque, anche per la Tanzania la sfida decisiva è tramutare la crescita economica generale in un miglioramento delle condizioni di vita della popolazione, in termini di sviluppo sociale e riduzione della povertà, annullando o perlomeno riducendo le disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza, in particolare tra aree urbane e aree rurali.

Indicatori chiave: un confronto con l'Italia

INDICATORE
TZA
ITA
Popolazione (milioni)
53,5
59,8
Reddito pro capite (migliaia di dollari USA)
2,5
33,5
Popolazione in condizione di povertà multidimensionale (%)
50,4
n.d.
Tasso di alfabetizzazione (% adulti 15-49 anni)
80,3
99,2
Durata scolarizzazione attesa per studente (anni)
8,9
16,3
Aspettativa di vita alla nascita (anni)
65,5
83,3
Tasso di mortalità sotto i cinque anni (per mille nati vivi)
48,7
3,5
Tasso di diffusione Aids (% adulti 15-49 anni)
4,7
0,4
Tasso di denutrizione (% popolazione totale)
32,1
<5
Accesso all'acqua potabile (% della popolazione totale)
50,1
100
Posizione classifica Indice di Sviluppo Umano (su 188 paesi)
151
26

Ultimo aggiornamento dicembre 2017 :: Fonti: undp.org, unstats.un.org, washdata.org

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