Integrazione, immigrazione e le sue cause con John Mpaliza
Da accompagnatori a spettatori di The Peace Walking Man, un approfondimento sulle ricchezze sfruttate del Congo al Liceo Statale Majorana-Corner
Il 14 febbraio è stato realizzato un incontro presso il Liceo Statale Ettore-Majorana a Mirano sulle tematiche dell’integrazione, dell’immigrazione e delle sue cause. Assieme a noi è intervenuto John Mpaliza, conosciuto anche come Peace Walking Man, per le sue marce ricche di racconti e testimonianze dedicate a raccogliere l’attenzione dei normali cittadini, ma soprattutto raggiungere le istituzioni, perché possiamo tutti rivolgere l’attenzione alla drammatica situazione del Congo.
Dopo la presentazione ai ragazzi del progetto di integrazione che il Cesvitem sostiene assieme ad altre associazioni, ‘Indovina Chi Viene a Cena’, John ha iniziato a svolgere una lezione combinando nozioni di storia con un approfondimento sui diritti umani. Un’immersione tristemente affascinante dei diversi aspetti che vedono il continente africano come un paese reso estremamente povero, proprio perché ricchissimo. Un trattamento riservato all’Africa da circa 500 anni e che continua a rimanere pressoché costante. Tante le risorse nascoste nel continente nero, troppe: dal petrolio al carbone, dall’oro al cacao, dal cobalto al coltan. È proprio su questo minerale che si è concentrata la lezione di John dato che la sua provenienza è proprio il suo luogo di nascita: il Congo.
Dalla Repubblica Democratica del Congo proviene infatti l’80% del coltan presente nel mondo, il quale serve per costruire i microchip di tutti i dispositivi elettronici che quotidianamente utilizziamo: cellulare, tablet, computer e molto altro. “Ognuno di noi porta in tasca un pezzo di Congo”, ha affermato ripetutamente The Peace Walking Man durante l’incontro, “ma, allo stesso tempo, sappia che nel prezzo speso per pagarlo è compresa anche una vita umana”.
Sono i bambini gli addetti al recupero del coltan nelle miniere, soprattutto del coltan più puro che si trova in profondità, dove i corpicini minuti si addentrano in cunicoli bui di 10-15 metri di profondità. Miniere nelle quali si scava da anni, tenute sotto controllo da gruppi paramilitari che razziano, distruggono e violentano popolazioni sedimentate lì e definite schiavi senza catene. Tutto permesso da governi abbondantemente ricompensati e aziende elettroniche che finanziano una guerra civile che conta finora 6 milioni di morti.
Un incontro in grado di toccare nel profondo, arrivato nel cuore dei ragazzi e che ha sconvolto anche noi, raccontato da qualcuno che nel Congo ci è nato, nel conflitto ha perso il padre e ha una sorella dispersa.
Notizia del 06/03/2019