Si conclude il Progetto Badawe
Il 31 dicembre si chiude una delle più lunghe avventure solidali targate Cesvitem. Dopo dieci anni di lavoro si conclude infatti in Ciad il progetto di sostegno a distanza Badawe, frutto della collaborazione tra la nostra associazione e i sacerdoti fidei donum della diocesi di Treviso responsabili della missione di Fianga. In questo momento è inevitabile provare un po’ di tristezza. Ma un progetto che si conclude non è obbligatoriamente fonte di rammarico, anzi. In questo momento siamo lieti di condividere con tutti voi i risultati raggiunti da Badawe, che sostanzialmente ha centrato tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati.
“In questi anni - spiega don Giulio Zanotto, parroco della missione - oltre 250 bambini e ragazzi hanno potuto godere di un aiuto fondamentale in quelli che sono gli anni cruciali per lo sviluppo di una persona. In particolare hanno avuto accesso all’istruzione e all’assistenza sanitaria, due diritti fondamentali ancor oggi negati a milioni di persone nel Sud del mondo”. Non sono poi da dimenticare le altre fondamentali conquiste per la comunità di Fianga rese possibili dai fondi del progetto. “A livello di strutture - prosegue don Giulio - abbiamo rafforzato le scuole primarie Coton Tchad, che ora ha quattro aule in muratura, e Kol Yan, per la quale siamo riusciti a costruire tre blocchi di tre aule, l’ultimo dei quali inaugurato lo scorso 17 maggio. Senza dimenticare la gestione del centro per ragazzi di strada Kol Pelè, che ha dato accoglienza a decine di ragazzi”. È proprio nel campo dell’istruzione che i risultati sono stati più significativi: “Badawe ha contribuito a diffondere nella comunità una nuova mentalità: adesso le famiglie, gli insegnanti, gli stessi alunni sono consapevoli dell’importanza dello studio e si sentono responsabili in prima persona della gestione dei percorsi formativi. Ora questo senso di responsabilità deve fare l’ultimo passo in avanti, rendendosi autonomo dall’appoggio esterno e imparando a camminare con le proprie gambe. È anche per questo che Badawe può e deve considerarsi un’esperienza conclusa”.
Tutti queste cose possono sembrare solo piccole gocce nel mare del bisogno, ma diventano immense se si pensa che sono state realizzate in un paese come il Ciad, costretto da anni a convivere con uno stato di guerra non dichiarata tra esercito e forze ribelli, impegnati a contendersi il potere mentre un intero popolo sprofonda nella povertà. Stiamo infatti parlando di una delle dieci nazioni più povere del mondo, con pessimi indicatori socio-sanitari e strettamente dipendente dagli aiuti esteri.
Anche per questi motivi, spiega il presidente del Cesvitem Simone Naletto, “la fine del progetto Badawe non significa la fine della collaborazione tra la missione di Fianga e il Cesvitem. Anzi, siamo pronti a rilanciare il nostro impegno per renderlo sempre più efficace nell’ottica dell’autosviluppo. Sono gli stessi missionari a chiedercelo e noi, come sempre, crediamo che i partner locali con cui collaboriamo siano i migliori interpreti dei reali bisogni delle comunità locali e dei passi che occorre intraprendere per rispondere al meglio a queste necessità”. “Il prossimo obiettivo - spiega don Giulio - è il rafforzamento del Centro di formazione agricola di Gouyou, dove ogni biennio 12 famiglie della zona seguono corsi di agricoltura e allevamento. È un’esperienza molto interessante, perché queste famiglie, una volta tornate nei loro villaggi fanno da volano per il rafforzamento delle attività produttive locali e, di conseguenza, della sicurezza alimentare di intere comunità”. Il progetto, con tutti i dettagli, sarà presentato prossimamente nella sezione Progetti PVS di questo sito.
Notizia del 20/12/2008