Ultime notizie

  • S
  • S
  • A
  • a
  • <

Quando suonerà l'ultima campanella in Perù?

Manifestazione di protesta dei docenti peruviani

Quando suonerà l'ultima campanella in Perù?

Prima l'avvio ritardato a causa delle alluvioni, poi gli oltre due mesi di sciopero degli insegnanti. La scuola pubblica peruviana sta vivendo uno degli anni più travagliati della propria storia, al punto che non è ancora chiaro quando termineranno le lezioni. E a subirne le conseguenze più pesanti sono, come sempre, gli studenti.

In Perù, proprio in queste settimane, l’anno scolastico dovrebbe essere in dirittura d’arrivo. Ancora qualche settimana di lezioni, compiti e interrogazioni e poi, poco prima di Natale, l’ultima campanella dovrebbe annunciare l’inizio delle vacanze estive. Ma il condizionale è d’obbligo, visto che si è trattato di uno degli anni scolastici più travagliati che si ricordi. Ad oggi si è svolto regolarmente appena poco più della metà delle lezioni e non è ancora chiaro come si procederà al recupero delle ore perse.

“Gli studenti - spiega da Trujillo il rappresentante del Cesvitem Attilio Salviato - si sono ritrovati al centro di una tempesta perfetta. Prima le alluvioni provocate dal Niño, che hanno ritardato l’inizio delle lezioni di un mese e mezzo. Poi il lunghissimo sciopero degli insegnanti, che per oltre due mesi ha praticamente paralizzato l’intera rete scolastica pubblica, con l’unica eccezione dell’università. Un doppio, durissimo colpo per un sistema educativo come quello peruviano, che già normalmente soffre di tantissime inefficienze”.

A Trujillo, come racconta Attilio, l’anno scolastico era già partito con il piede sbagliato. L’avvio delle lezioni, previsto per il 13 marzo, è coinciso infatti con le catastrofiche alluvioni che a più riprese hanno invaso e devastato gran parte della città. L’inizio delle lezioni è stato in un primo momento rinviato di 30 giorni, ma ci sono poi volute ulteriori settimane per creare condizioni minime di accessibilità e sicurezza delle infrastrutture scolastiche. E quando la normalità sembrava finalmente ristabilita, ecco il colpo di grazia dello sciopero dei docenti. “Le prime proteste sono partite a metà giugno nel dipartimento di Cuzco, nel sud del paese. Ma un mese dopo lo sciopero è diventato nazionale ed è proseguito fino al 2 settembre, venendo sospeso solo dopo che il governo ha accolto alcune delle richieste degli insegnanti e ha minacciato l’assunzione di nuovi docenti se le lezioni non fossero riprese regolarmente”.

Senza voler entrare nel merito delle motivazioni dello sciopero, a farne le spese sono stati soprattutto alunni e studenti, il vero anello debole del sistema. “È impossibile stabilire quante giorni e ore di lezione siano state realmente perse. Tra l’altro qui in Perù anche in caso di sciopero gli insegnanti vengono pagati regolarmente e così si è assistito ad uno sciopero a singhiozzo che ha spiazzato i ragazzi e le loro famiglie, impedendo di capire giorno per giorno se le scuole fossero regolarmente aperte oppure no. Adesso vige l’incertezza: ad un certo punto circolava voce che l’intero anno scolastico sarebbe stato annullato. È probabile invece che le lezioni continueranno anche dopo Natale, creando un caos per pagelle ed esami finali. Alla fine prevarrà la linea del “6 politico” e tutti promossi, alla faccia del merito e dell’efficienza del sistema educativo”.    

“Il vero problema - conclude Attilio - è che in questo paese nessuno si preoccupa di migliorare l’istruzione pubblica, l’unica a cui possono accedere le fasce più povere della popolazione. Nelle scuole private, invece, tutto fila liscio e anche quest'anno le lezioni si sono svolte regolarmente. Ecco perché tutte le famiglie, appena ne hanno la possibilità, iscrivono i loro figli in questi istituti. Ma chi non si può permettere di pagare le rette, resta confinato nella scuola pubblica, accumulando un ritardo in termini di competenze e preparazione che poi si porterà dietro per il resto della propria vita. Una nota di merito in più per i nostri ragazzi del Fondo Borse Futuro: arrivare a laurearsi dopo aver frequentato primarie e secondarie alle scuole pubbliche è indice di doti e forza di volontà assolutamente fuori dal comune”.   

Notizia del 15/10/2017


Ultime notizie

[#WIDGET-SOCIAL#]