Il Governo chiude l'Agenzia per il Terzo settore
Soppresso dopo dieci anni l'organismo deputato alla promozione e al controllo di un settore strategico per il futuro del paese. Una scelta miope motivata da un modesto risparmio di spesa.
Dopo settimane di annunci e smentite, ora è ufficiale: il Consiglio dei Ministri di venerdì 24 febbraio ha deciso la soppressione dell’Agenzia per il Terzo settore, affidandone le competenze al Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Per questioni di bilancio, dunque, dopo dieci anni di attività viene messa fine all’esperienza di un fondamentale strumento di promozione, vigilanza e controllo di un settore strategico per il futuro del paese.
“Siamo fortemente contrari - dichiara il portavoce del Forum del Terzo settore, Andrea Olivero - a questa decisione presa dal Governo, peraltro in totale contraddizione con i segnali di attenzione che finora ci aveva mostrato. L’Agenzia ha svolto un importante ruolo di terzietà tra organizzazioni non profit e istituzioni, ruolo che le ha permesso di essere autorevole strumento di controllo, trasparenza e promozione del terzo settore in modo autonomo e non immediatamente legato all’azione di governo. Sopprimere l’Agenzia per risparmi del tutto inconsistenti, è quindi una scelta miope, foriera di gravi conseguenze per tutto il terzo settore, che ne va a minare la sua articolazione organizzativa e la sua autonomia”.
Pur comprendendo la necessità, in un periodo di crisi come quello attuale, di comprimere il più possibile tutte le spese, il risparmio derivante da questo provvedimento non è certamente enorme. Negli ultimi cinque anni il bilancio dell’organismo è già sceso da 2,5 milioni ai 726 mila euro del 2011. Una cifra, quest’ultima, tutto sommato modesta, considerando che stiamo parlando di un settore strategico che aggrega milioni di persone, su cui l’Agenzia esercitava importanti compiti di controllo (oltre 3 mila false onlus scoperte e chiuse nell’ultimo quinquennio) e di promozione di buone pratiche: dal 2009 ad oggi l’Agenzia ha emanato numerosi atti di indirizzo, tra cui le Linee guida per la raccolta fondi, per il sostegno a distanza, per la redazione del bilancio sociale.
Numerosi dubbi sussistono anche sull’affidamento delle competenze dell’Agenzia al Ministero del lavoro e delle politiche sociali. “È un brutto segnale - commenta Olivero - : significa ridurre il terzo settore al solo ambito del welfare, non riconoscerne la multiformità delle iniziative e il ruolo fondamentale di leva per la crescita del paese”. E problemi non mancheranno nemmeno dal punto di vista pratico. Come sottolinea Emanuele Rossi, consigliere dell’Agenzia, l’importante attività di controllo “in linea teorica potrebbe continuare anche dopo il passaggio di competenze al ministero, a patto però di potenziare molto la struttura ministeriale: ma sarebbe necessario un investimento ingente e dubito che questo avverrà”.
Ma, al di là delle decisione in sé, quello che colpisce negativamente è il metodo seguito. “La decisione è tanto più grave - conclude Olivero - quanto il fatto che sia stata presa senza alcuna interlocuzione con il nostro mondo. Ci siamo sempre posti in un ottica di dialogo con il Governo e da sempre abbiamo rappresentato un soggetto vocato a rappresentare il bene comune, non certo una lobby di interessi. Non ascoltare le nostre istanze è una grave scorrettezza e manifesta un’assoluta mancanza di sensibilità”.
Notizia del 27/02/2012