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Giornata mondiale della Pace: meno armi, pił solidarietą
Appello del Cipsi al governo: rinunciamo all'acquisto di 131 bombardieri e investiamo i 15 miliardi risparmiati per difendere i diritti dei cittadini e rilanciare la cooperazione italiana.
Tagliare le armi per rilanciare la solidarietà. È l’appello lanciato da Solidarietà e Cooperazione Cipsi (coordinamento di 43 associazioni italiane di solidarietà e cooperazione internazionale, tra cui il Cesvitem) al presidente del Consiglio Mario Monti e al ministro della Cooperazione e dell’Integrazione Andrea Riccardi in occasione del 1° gennaio, Giornata mondiale della Pace.
Un appello che riprende l’accorato auspicio di papa Benedetto XVI, che proprio nel messaggio per la Giornata mondiale della Pace invitai responsabili della cosa pubblica “ad operare affinché istituzioni, leggi ed ambienti di vita siano pervasi da umanesimo trascendente che offra alle nuove generazioni opportunità di piena realizzazione e lavoro per costruire la civiltà dell’amore fraterno coerente alle più profonde esigenze di verità, di libertà, di amore e di giustizia dell’uomo”.
“Un paese - sottolinea Guido Barbera, presidente del Cipsi - non è grande perché è forte o perché è ricco, ma quando è garante del rispetto dei diritti di ogni cittadino e della tutela dei beni comuni, evitando ogni legge, azione o contesto che producono situazioni di povertà illegale. La mancanza di lavoro, di una casa, di cure sanitarie, di istruzione, di pari opportunità, di accoglienza, di libera informazione, il degrado ambientale, la mercificazione dei beni comuni sono inaccettabili forme di povertà illegale”.
“In questa Giornata mondiale della Pace - continua Barbera - chiediamo al nostro governo di impegnarsi a ridurre drasticamente il numero dei militari italiani e a cancellare l’acquisto dei 131 cacciabombardieri d’attacco F-35. Con i 15 miliardi che si risparmierebbero si possono fare molte cose. Ad esempio costruire 2 mila nuovi asili nido pubblici, mettere in sicurezza le oltre 10 mila scuole pubbliche che non rispettano la legge 626 e le normative antincendio, garantire un’indennità di disoccupazione di 700 euro per sei mesi ai lavoratori parasubordinati che perdono il posto di lavoro, rilanciare la cooperazione del nostro paese ed avviare processi concreti di integrazione sociale”. L’appello si rivolge poi direttamente al ministro Riccardi, al quale viene chiesto “di intervenire immediatamente a tutelare l’impegno della società civile italiana, in particolare dei giovani, nella cooperazione e nel servizio civile, quale presenza da decenni riconosciuta e qualificata di pace e solidarietà del nostro paese e in tutto il mondo, a rischio di cancellazione totale per le recenti modifiche ai criteri di idoneità e per la mancanza di risorse adeguate”.
“Impegni concreti - conclude Barbera - per dire agli italiani e al mondo che il nostro paese sceglie la pace! Che il nostro è un paese di pace! Che crede nei diritti e nella solidarietà. Un segno concreto che il governo intende veramente lavorare con equità e giustizia per rilanciare l’Italia”
Notizia del 30/12/2011