Approfondimenti
Cipsi, 25 anni di impegno con il Sud del mondo
L'assemblea nazionale, riunitasi a Chianciano nel venticiquesimo anno di vita del coordinamento, ha rilanciato la cooperazione come strumento principe di solidarietà tra i popoli
Il 29 e 30 maggio scorsi si è riunita a Chianciano Terme (SI) l’assemblea nazionale di Solidarietà e Cooperazione Cipsi. Si è trattato di un’assemblea particolare, in quanto quest’anno il coordinamento festeggia i 25 anni di vita e di impegno a favore del Sud del mondo. Una ricorrenza che, come sottolineaGuido Barbera, riconfermato presidente, spinge le 48 associazioni della rete “a rinnovare l’impegno e la totale convinzione di continuare il cammino intrapreso, consolidarlo e rafforzarlo, soprattutto in un momento di crisi politica e sociale come l’attuale, accrescendone l’efficacia politica e individuando strategie ed azioni per ricostruire coraggio civico e politico”. “La cooperazione internazionale - afferma Barbera - se vuole essere se stessa, necessita di una forte caratterizzazione politica. Tutte le associazioni Cipsi sono impegnate insieme in un “progetto mondo” che non accetta la divisione in ricchi e poveri, in inclusi ed esclusi. Parlare di cooperazione non significa parlare di aiuti, di progetti, di infrastrutture. Non significa neanche rispondere semplicemente ad emergenze o calamità. La cooperazione internazionale che auspichiamo presuppone la scelta politica di lavorare insieme per costruire un mondo più giusto e più umano”.
Il presidente del Cipsi sottolinea come ci troviamo dinnanzi a sfide importanti per il futuro, nostro e dei nostri figli. “Sfide che le associazioni raccolgono con il loro bagaglio di esperienze e di conoscenze, ma anche l’impegno ad andare oltre all’apatia e al disinteresse sociale dilagante. Non si può costruire giustizia, pace, civiltà, senza la partecipazione diretta ed attiva della società civile. È necessario affrontare l’immigrazione alle origini. Costruire la civiltà a partire dalla convivenza e dal rispetto del benessere reciproco, risolvendo i problemi di color che troppo spesso vedono nella fuga disperata la sola via di uscita alla loro condanna. Investire nel creare posti di lavoro locale e rispetto dei diritti umani è meno costoso e più efficace del pattugliamento delle coste e dei respingimenti”.
L’assemblea del Cipsi, di fronte alla non facile situazione finanziario-economica del nostro paese, ha concluso i lavori con un accorato appello a tutta la società civile a farsi carico unitariamente dei gravi problemi che affliggono oltre il 60% della popolazione mondiale. “Basta con gli interessi della politica - ha concluso Barbera -. Ripartiamo dal riappropriarci dell’acqua, bene essenziale e simbolo della vita, per riappropriarci della nostra vita, del nostro paese, del nostro voler vivere bene. Questa è la pace: lo stare bene insieme, il sentirci bene dentro, scoprire la gioia del sorridere”.
L’assemblea, nel corso della due giorni, ha approvato l’inizio di un percorso interno che porterà alla revisione dello statuto e ha accolto l’ingresso di tre nuove organizzazioni: Crea (Centro Ricerche e Attività), l’associazione peruviana Key Pacha e ChiAma il Senegal.
Notizia del 25/05/2010